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Winckelmann, Firenze e gli Etruschi

In Aula Magna presentazione della mostra dedicata al padre dell'archeologia e ai suoi rapporti con la Toscana
"Winckelmann, Firenze e gli Etruschi. Il padre dell'archeologia in Toscana": si inaugura il 26 maggio presso il Museo Archeologico una mostra dedicata al fondatore della moderna archeologia.

La mostra viene introdotta con una presentazione nell'Aula Magna dell'ateneo (piazza San Marco, 4 – ore 16). Presiede Rita Svandrlik, Direttrice del Dipartimento di Lingue, letterature e studi interculturali (LILSI). Dopo i saluti di Roberta Ascarelli, Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma, di Maria Fancelli, professore emerito di Letteratura tedesca del nostro Ateneo e di Carlo Sisi, intervengono Max Kunze e Giovannangelo Camporeale, emerito di Etruscologia. Conclude Mario Iozzo, Direttore del Museo Archeologico Nazionale.
L'esposizione, aperta fino al prossimo 30 gennaio, apre le celebrazioni previste in varie città d'Europa per il trecentesimo anno della nascita di Johann Joachim Winckelmann (2017) e il duecentocinquantesimo della morte (2018).

La mostra è l'occasione per ripensare il ruolo di Winckelmann come fondatore della moderna archeologia e iniziatore di una nuova concezione estetica. Per lo studioso tedesco fu decisivo, negli anni della maturità, il soggiorno a Roma (1755-1768) che gli consentì, attraverso la visione diretta di tanti capolavori conservati in musei e raccolte private, di ampliare le conoscenze del mondo antico e ricercare i canoni della bellezza classica. Ma importante per lui fu anche l'esperienza fiorentina (settembre 1758-aprile 1759), quando lavorò al catalogo delle gemme intagliate del barone von Stosch e poté visitare alcune delle collezioni d'arte della città, approfondendo lo studio della civiltà etrusca.

Le tre sezioni della Mostra mettono a fuoco proprio questo significativo momento dell'attività di Winckelmann, ovvero la Firenze con cui venne in contatto e le opere antiche che vi prese in esame, il suo contributo alla conoscenza dell'arte etrusca e infine i riflessi che i suoi studi ebbero nella diffusione del mito degli etruschi nella cultura europea fra Sette e Ottocento.

Presso il Museo Archeologico saranno esposti più di 100 pezzi: vasi greci e etruschi, manoscritti e libri rari, statue in marmo e in bronzo, stampe e dipinti, urne e sculture etrusche, gemme e medaglie. Altri capolavori della statuaria etrusca collegati alla Mostra (la Chimera e la Minerva di Arezzo, l'Idolino di Pesaro), saranno visibili nelle sale dello stesso Museo. Fra le rarità si segnalano: i calchi della raccolta completa delle "Gemme Stosch"; la cosiddetta "Ballerina", una statua romana della collezione Riccardi finora mai uscita dalla sua sede; il taccuino manoscritto di Winckelmann conservato a Firenze; un servito della manifattura di Doccia ispirato a motivi etruschi; la prima e finora unica edizione dell'opera omnia di Winckelmann stampata a Prato nel 1830-1834. 
Data di
pubblicazione
25 Maggio 2016
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