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Agrobiodiversità, team Unifi in progetto finanziato dal programma Horizon 2020

Per aumentare la resilienza dei sistemi cerealicoli europei

Sostenere e promuovere approcci innovativi per l’introduzione e la valorizzazione dell’agrobiodiversità nei sistemi cerealicoli biologici e a basso input. Questo è l’obiettivo di CERERE (CEreal REnaissance in Rural Europe: embedding diversity in organic and low-input food systems) il progetto finanziato dal programma Horizon 2020 e presentato da un network internazionale di cui fa parte il Centro Interdipartimentale di Ricerca per la Valorizzazione degli Alimenti (CeRA) dell'Ateneo fiorentino.

I sistemi di coltivazione a basso input sono caratterizzati da miscele di sementi che favoriscono l’utilizzo di antiche qualità, offrono una maggiore capacità di adattamento alle condizioni atmosferiche oltre a minori rischi produttivi. Sono dunque meno soggetti alla volatilità dei prezzi e rappresentano perciò in Europa una soluzione alla crisi delle filiere convenzionali.

“La diversità è un tema interdisciplinare che interessa i processi di innovazione del sistema alimentare nel campo agronomico, dalla trasformazione fino alla valorizzazione dei prodotti – spiegano il responsabile scientifico  Gianluca Stefani del Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa, Stefano Benedettelli del Dipartimento delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente e Francesco Sofi del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica – ed è una prerogativa fondamentale (a livello di specie, varietà, schemi di rotazioni e circuiti di commercializzazione) per la resilienza nei confronti degli stress ambientali biotici e abiotici”.

Il progetto triennale - selezionato dalla Commissione Europea fra i 26 presentati - ha ottenuto un finanziamento di circa 2 milioni di euro, è coordinato dall'Università di Reading (Regno Unito) e comprende 13 partners tra istituti di ricerca, reti di agricoltori e centri per lo sviluppo e l’innovazione in campo agricolo.

Sotto il profilo metodologico il progetto è fortemente innovativo perché coinvolgerà attivamente diversi attori - agricoltori, trasformatori e consumatori – che saranno chiamati a portare un contributo concreto alla realizzazione della ricerca.

 “I nostri studiosi – spiega Mulinacci, direttrice del CeRa –  collaboreranno  all’individuazione e alla sistematizzazione dei risultati di ricerca e di buone pratiche , in modo da renderle disponibili ad altri operatori delle filiere europee o ad altre organizzazioni di ricerca interessate allo sviluppo e alla valorizzazione della agro biodiversità nelle filiere cerealicole”.

L'inizio del progetto è avvenuto all’inizio del mese di novembre.

 

 campi sperimentali per la prova di varietà antiche di grano in Sicilia

Sopralluogo in Sicilia presso campi sperimentali per la prova di varietà antiche di grano

Data di
pubblicazione
18 Novembre 2016
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