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Nuove impronte fossili di Ominini di 3,6 milioni di anni fa

Scoperte a Laetoli in Tanzania, da un team a cui partecipa docente dell'Ateneo
Jacopo Moggi-Cecchi
Nuove orme bipedi di Ominini scoperte a Laetoli, in Tanzania, indicano la presenza di una marcata variabilità morfologica tra i nostri antenati di 3,6 milioni di anni fa e aprono nuove prospettive sullo studio del loro comportamento sociale.

Lo studio è stato realizzato con il contributo di Jacopo Moggi-Cecchi (nella foto), del Dipartimento di Biologia, che ha lavorato in un team condotto dalla Scuola di Paleoantropologia dell'Università di Perugia, in collaborazione con ricercatori delle Università di Dar es Salaam, Sapienza di Roma e Pisa. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista "eLife" (DOI: 10.7554/eLife.19568.001).

Il gruppo di ricerca ha individuato una nuova serie di impronte fossili appartenenti alla specie Australopithecus afarensis nell'area di Laetoli in Tanzania. E' la stessa area in cui nel 1978 la paleoantropologa Mary Leakey scoprì tracce analoghe, risalenti a più di 3,6 milioni di anni fa, attribuite a tale specie, a cui appartiene anche la famosa Lucy. La nuova pista è stata impressa da due individui bipedi, in movimento sulla stessa superficie, nello stesso intervallo di tempo, nella stessa direzione e con simile velocità dei tre individui documentati negli anni '70.

"Un ulteriore elemento di interesse della scoperta - spiega Jacopo Moggi-Cecchi - sta nel fatto che, a giudicare dalle dimensioni delle impronte e della lunghezza della camminata, uno dei due individui doveva essere molto più grande di quelli scoperti fino ad oggi e, in assoluto, uno degli individui più grandi della specie A. afarensis". In questa specie, quindi, i maschi dovevano essere molto più grandi delle femmine (una delle quali era, appunto, Lucy).

"Data la relazione che esiste nei Primati tra grado di dimorfismo sessuale e tipo di organizzazione sociale – osserva ancora Moggi-Cecchi - possiamo ipotizzare che la struttura sociale di questi nostri antenati fosse, con buona probabilità, simile a quelle degli attuali Gorilla, cioè ad harem, con un maschio adulto e numerose femmine con prole".

La ricerca fa parte delle attività della missione paleoantropologica in Tanzania "Studio e valorizzazione di siti paleoantropologici plio-pleistocenici della Tanzania settentrionale (Olduvai e Laetoli)" che ha ottenuto il riconoscimento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (ARC-001447 - 0110739/18). Altre informazioni e immagini sono online 

Data di
pubblicazione
14 Dicembre 2016
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