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Cordoglio in Ateneo

Per la scomparsa di Adriano Peroni, professore emerito di Storia dell’arte medievale
Cordoglio in Ateneo per la scomparsa di Marco Masoni

Cordoglio in Ateneo per la scomparsa di Adriano Peroni, ordinario di Storia dell’arte medievale a Firenze dal 1982 al 2004, e docente emerito dal 2006.

Nato nel 1931 a Carpenedolo, in provincia di Brescia, studia con Edoardo Arslan a Pavia, dove svolge per diversi anni il ruolo di assistente volontario. Entra presto nell’amministrazione dei Musei Civici di Brescia passando poi a quella di Pavia, dove dirige i Musei Civici del Castello Visconteo. Qui copre anche la cattedra di Storia dell’arte medievale e moderna all’Università, diventando ordinario nel 1977. Anima fin dagli anni Sessanta del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo a Spoleto, è accademico delle Arti e del Disegno a Firenze dal 1990.

I suoi interessi scientifici sono rivolti dapprima all’architettura manierista di Pellegrino Tibaldi e alla scultura lombarda del Rinascimento, ma a Brescia al principio degli anni Sessanta, con gli studi fondamentali sugli stucchi di San Salvatore, intraprende già percorsi di ricerca che ne faranno uno dei maggiori studiosi di arte altomedievale e romanica a livello mondiale. 

Lo attestano i volumi monografici, vere pietre miliari, su San Michele a Pavia e le cattedrali di Modena, Pisa e Trento, il catalogo di oreficerie e metalli altomedievali nel territorio di Pavia, gli innumerevoli studi dedicati al rapporto tra scultura e architettura, a questioni strutturali (come le coperture delle chiese romaniche), agli stucchi, ai crocifissi monumentali e a quelli astili, ma anche a problemi di lettura delle fonti, alla storia della città e delle sue rappresentazioni, alla geografia artistica, alla committenza. 

Cuore del suo metodo è un rigoroso approccio filologico che pone l’analisi tecnica e materica come base imprescindibile della lettura delle opere e dei loro nessi. Ma queste relazioni vengono esplorate grazie a una non comune capacità di proiettare i monumenti medievali su un orizzonte comparativo davvero europeo: alimentata anche da una capillare conoscenza diretta di opere e contesti, con particolare riguardo alle regioni francesi e tedesche.

Negli oltre vent’anni di insegnamento fiorentino, Peroni ha raccolto l’eredità di Mario Salmi e Roberto Salvini mantenendo e consolidando il ruolo dell’Ateneo come punto fermo della medievistica italiana, e soprattutto formando generazioni di studiosi e cittadini che hanno beneficiato del suo ineguagliabile distillato di competenza, umiltà scientifica, ironia, discrezione e profondo senso dell’humanitas

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