A queste innovative conclusioni porta uno studio internazionale, pubblicato su Current Biology ("Pleistocene Mitochondrial Genomes Suggest a Single Major Dispersal of Non-Africans and a Late Glacial Population Turnover in Europe" http://dx.doi.org/10.1016/j.cub.2016.01.037 ), a cui hanno partecipato le Università di Firenze e Siena. Il gruppo di ricerca europeo, guidato dai ricercatori Cosimo Posth e Johannes Krause del Max Planck Institute (MPI) for the Science of Human History in Jena e dell'Università di Tübingen in Germania, è riuscito a ricostruire il genoma mitocondriale completo (mtDNA) di 35 cacciatori-raccoglitori che vissero in Italia, Germania, Belgio, Francia, Repubblica Ceca e Romania tra 35.000 e 7.000 anni fa. Tre dei campioni umani analizzati provengono da Grotta Paglicci in Puglia, sito archeologico studiato a partire dal 1961 prima da parte del Museo di Storia Naturale di Verona e, dal 1971, dall'Università di Siena; le ricerche attuali sono state condotte sotto la responsabilità di Annamaria Ronchitelli (Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente) in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Puglia. L'analisi genetica dei reperti di Grotta Paglicci è stata coordinata dal Laboratorio di Antropologia Molecolare e Paleogenetica dell'Università di Firenze, diretto da David Caramelli (Dipartimento di Biologia).
"Le analisi del mtDNA antico – spiega David Caramelli - ha inaspettatamente rivelato che tre individui provenienti da siti archeologici in Francia e Belgio, di datazione precedente alla fase più fredda dell'ultima era glaciale, appartenevano ad un tipo di mtDNA chiamato aplogruppo M, che è assente nella popolazione europea contemporanea, ma estremamente comune in popolazioni asiatiche, australiane e indigene americane."
Circa 25.000 anni fa, nel picco dell'ultima glaciazione, le popolazioni di cacciatori-raccoglitori si ritirarono in una serie di rifugi climatici nel sud Europa, come Grotta Paglicci. I ricercatori suggeriscono che, in seguito alla conseguente riduzione in dimensione della popolazione europea, l'aploguppo M sia andato perduto.
Inoltre, verso la fine dell'ultima era glaciale, ci fu un avvicendamento nella popolazione europea, finora sconosciuto, connesso all'inizio di un periodo di profondi cambiamenti climatici, intorno a 14.500 anni fa.
"Future analisi del DNA nucleare di questi individui europei così come di nuovi reperti umani di diverse età e regioni geografiche, aiuteranno ad ottenere un'immagine più comprensiva – commenta Annamaria Ronchitelli - Speriamo di poter caratterizzare con più precisione le conseguenze della ritrazione in rifugi climatici durante il periodo più rigido dell'ultima glaciazione e di identificare l'origine della successiva popolazione di cacciatori-raccoglitori che arrivò in Europa".
Un'immagine della Grotta Paglicci