Prevenire la radicalizzazione violenta di minori e giovani in carcere. E’ lo scopo di un progetto europeo coordinato dal Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze che ha coinvolto, negli ultimi due anni, oltre alle persone in carcere o che scontano la pena in misure alternative, operatori del sistema penale minorile, studenti universitari dell’ambito sociale e psico-pedagogico e soggetti impegnati per le politiche di inclusione.
Le azioni messe in campo dal progetto PROVA (“Prevention of violent Radicalisation and Of Violent Actions in intergroup relations”) saranno presentate domani, venerdì 26 ottobre, nel convegno “Prevenire la radicalizzazione violenta e i conflitti tra gruppi” (ore 14,30 - Salone delle Feste, Palazzo Bastogi, via Cavour 18).
Il progetto - cui hanno partecipato anche lo spin off dell’Ateneo fiorentino LabCom-Ricerca e Azione per il benessere sociale, la Fondazione Giovanni Michelucci, l’Università di Barcellona e alcune associazioni europee – sarà presentato dalla coordinatrice Patrizia Meringolo, docente di Psicologia sociale presso l’Università di Firenze, che illustrerà anche le linee guida di intervento, elaborate per accrescere le competenze degli operatori e consolidare la rete fra istituzioni locali ed enti del Terzo Settore.