Lo stato delle relazioni tra Unione Europea e Africa negli ultimi quindici anni è decisamente peggiorato, tanto che altre presenze internazionali (come Russia e Cina) si sono proposte con forza come partner alternativi nella cooperazione allo sviluppo e anche per quanto riguarda gli investimenti e le politiche di sicurezza.
Per approfondire questi temi e segnalare opportunità esistenti per un’inversione di tendenza (come il contraccolpo della crisi agroalimentare generata dalla guerra russa all’Ucraina) mercoledì 23 novembre è in programma il workshop internazionale “EU-Africa relations in troubled waters. Time to reverse the trend?” (ore 9 - Campus delle Scienze sociali di Novoli, piazza Ugo di Toscana, 5 – Edificio D15, aula 005).
“L’approccio europeo, al di là della narrativa ufficiale che accredita l’immagine di una partnership di tipo paritario, rischia di rimanere di tipo paternalistico – spiega Valeria Fargion, curatrice dell’evento insieme a Maria Stella Rognoni -. La strategia globale con l’Africa, lanciata nel 2020 dall’UE, punta su priorità che riflettono interessi europei più che africani (transizione verde, trasformazione digitale, sviluppo sostenibile)”.
Fra i temi su cui si confronteranno i numerosi studiosi degli atenei italiani, europei e africani, quelli della sicurezza e del terrorismo, delle migrazioni e della cooperazione allo sviluppo. L’iniziativa è organizzata dal Centro Jean Monnet dell’Ateneo, nell’ambito delle attività di TrustEU, progetto co-finanziato dalla Commissione europea che si propone di diffondere la conoscenza del ruolo dell’Unione Europea.