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La variabilità genetica come arma per salvare le foreste europee

Il progetto LIFE SySTEMiC affronta la sfida del cambiamento climatico

Più elevata è la variabilità genetica degli alberi di una foresta, maggiore è la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Su questo presupposto si basa il progetto SySTEMiC, finanziato dall'Unione europea nell'ambito del programma LIFE e coordinato dal Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI), che intende sviluppare uno strumento di supporto alla gestione sostenibile delle foreste che faciliti la scelta delle pratiche selvicolturali da adottare per preservare la resilienza delle foreste.

“L’influenza del cambiamento climatico sulle foreste è ormai accertata e i suoi effetti sono visibili anche sulle foreste europee - spiega Donatella Paffetti, coordinatrice del progetto -. Nell’area mediterranea l’innalzamento delle temperature e la maggiore frequenza di eventi estremi come le tempeste di vento, le ondate di calore e i periodi siccitosi prolungati rappresentano una minaccia per le formazioni boschive e pongono nuove sfide per la gestione sostenibile delle risorse forestali".

Al progetto partecipano, oltre all’unità del DAGRI - che ha ricevuto un finanziamento pari a 484mila euro - il Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, l’Unione dei Comuni Montani del Casentino, D.R.E.AM. Italia, l’Istituto Forestale Sloveno, il Servizio Forestale Sloveno e l’Istituto di Ricerche Forestali Croato .

Il progetto prenderà in esame diverse specie arboree: faggio, abete bianco, querce e pini, con l’obiettivo di individuare metodi di gestione sostenibile, capaci di mantenere livelli elevati di variabilità genetica nei popolamenti forestali. Il progetto coinvolgerà anche gli stakeholder - come enti di ricerca, enti gestori o accreditati per la certificazione forestale - per diffondere la conoscenza e l’impiego dei metodi studiati.

«Nei 24mila ettari del Parco  regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli le grandi foreste sono uno degli attori principali- spiega il presidente dell'Ente Parco Giovanni Maffei Cardellini -: si va dai boschi allagati di origine naturale delle zone umide ai querceti di farnia fino alle pinete che sono il frutto dell'intervento secolare dell'uomo, che deve adesso utilizzare le conoscenze scientifiche e tecnologiche in suo possesso per rendere i boschi più resistenti ai cambiamenti climatici in corso».

SySTEMiC entra nel vivo con la conferenza di lancio, che si svolgerà lunedì 25 novembre, alle ore 11, nell'Aula Magna della Scuola di Agraria (piazzale delle Cascine, 18), nell’ambito della quale saranno presentati gli obiettivi, le azioni e i risultati attesi dal progetto.

Data di
pubblicazione
22 Novembre 2019
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