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La storia naturale incontra l'arte contemporanea

Alcuni straordinari reperti de La Specola esposti al Museo Marino Marini

Uno squalo tigre di oltre 3 metri e lo scheletro di un capodoglio di circa 10 metri, entrambi dell’Ottocento e appartenenti alla collezione de ‘La Specola’, nella cripta del Museo Marino Marini di Firenze. È questo lo scenario davanti al quale si troveranno di fronte dal 1° luglio fino al 30 settembre i visitatori del museo di arte contemporanea fiorentino. Si chiama “Di Squali e di Balene” l’installazione ideata in collaborazione con il Sistema Museale d’Ateneo e curata da Fausto Barbagli. Il progetto espositivo mette in relazione passato e presente, natura e arte, per richiamare l’attenzione del pubblico sulle conseguenze che l’azione dell’uomo provoca sugli equilibri naturali. 

Lo squalo, al vertice della piramide alimentare marina, incarna le paure più ancestrali dell’uomo ma, allo stesso tempo, in quanto animale in via di estinzione, esprime l'urgenza di un ripensamento del consumo del pianeta. La sua immagine - rappresentazione di vita e di morte, estinzione e salvezza - è profondamente contemporanea ed è al centro dell'opera dell’artista britannico Damien Hirst. Le ossa della balena richiamano invece espressioni artistiche legate alla ricomposizione, in forme che superano l'idea stessa della disgregazione. La citazione è rivolta ad artisti, come Gino de Dominicis, capaci attraverso la trasformazione artistica di arrestare concettualmente lirreversibilità del tempo.

Il Museo Marino Marini di Firenze è aperto al pubblico il mercoledì e il giovedì dalle 18:30 alle 22:30 e la domenica dalle 10 alle 19.

Tutte le informazioni sono disponibili su www.museomarinomarini.it

 

Data di
pubblicazione
30 Giugno 2020
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