Il 1977 segna una svolta verso l’inclusione nella storia della scuola italiana: gli alunni con disabilità entrano nelle classi comuni, mentre vengono abolite le classi differenziali. Una riflessione sul significato e la portata di questo profondo cambiamento sarà condotta all’interno di un seminario di studio in programma venerdì 21 ottobre, presso il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia (Aula magna, via Laura 48 – ore 14), dal titolo “Io vado a scuola, io imparo, io mi diverto! 40 anni di inclusione in Italia”.
“La legge 118 del 1971 ha reso la nostra società più evoluta in termini democratici – spiega Tamara Zappaterra, presidente del corso di laurea in Dirigenza scolastica e Pedagogia clinica – garantendo un accesso all’istruzione e al mondo del lavoro a tutti i cittadini. Le persone con disabilità vengono concepite non più come soggetti assistiti, ma come persone pienamente inserite nel contesto produttivo. Il nostro sistema scolastico ha fatto allora una scelta d’avanguardia che è stata poi ripresa anche da altri paesi europei”.
Questi temi saranno oggetto di una tavola rotonda alla quale porteranno il proprio contributo anche alcuni tra i docenti che quarant’anni fa elaborarono l’idea di una scuola inclusiva. Nel corso dei lavori si discuterà anche degli scenari aperti dalla Legge 107 sulla “Buona scuola”, e in particolare si parlerà della futura formazione degli insegnanti di sostegno e di tutti gli insegnanti in relazione all’inclusione.
Il programma del seminario è online