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I danni nelle foreste della Toscana provocati dal vento

Studi e ricerche sulle più recenti calamità

Corrispondono a qualcosa come cinquemila campi da calcio le aree boschive e forestali colpite duramente dalle violente raffiche di vento in Toscana la notte del 5 marzo 2015: milleduecento ettari di superficie sono andati distrutti, duemilacinquecento danneggiati. La mappatura è stata curata da un team di ricercatori del Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF) coordinato da Gherardo Chirici, docente di Inventari Forestali e Telerilevamento, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Regione Toscana, al quale hanno collaborato l’Accademia Italiana e il Corpo Forestale dello Stato, con il coordinamento operativo del Consorzio LaMMA.

I risultati di questo lavoro saranno illustrati nel corso di un incontro dal titolo “I danni da vento nelle foreste della Toscana” in programma lunedì 4 luglio presso l’auditorium di Santa Apollonia (via San Gallo, 25 – ore 9). (programma)

“La ricognizione delle aree interessate dalla calamità è avvenuta a bordo di un elicottero dotato di moderni strumenti di rilevamento – spiega Gherardo Chirici – in particolare ci siamo serviti di un laser scanner (Lidar) - uno strumento in grado di lanciare a terra circa mezzo milione di impulsi al secondo e di restituire dati in maniera molto puntuale – abbiamo anche applicato una metodologia nuova basata sulla correlazione tra impulsi laser e presenza di legno a terra distribuito nello spazio (le scansioni differiscono infatti a seconda che l’albero sia caduto o meno) per una stima più accurata”.

Le aree boschive e forestali più segnate dalla calamità dello scorso marzo sono state quelle in cui sorgevano piantagioni artificiali di conifere che presentano delle caratteristiche di stabilità inferiore. “Si tratta di superfici impiantate tra gli anni Trenta e Sessanta del secolo scorso e sono state spesso abbandonate a loro stesse per lo scarso valore economico del legname di alberi come abete bianco e pino nero– aggiunge il docente – in un certo senso la natura, con la forza distruttrice del vento, si è ripresa spazi dei quali l’uomo non si è più preso cura”.

In una fase successiva il progetto si è focalizzato sulle condizioni per la rimozione del materiale danneggiato a terra e dei relativi costi. Il resoconto fornito dal team fiorentino è stato utilizzato dalla Regione Toscana per poter quantificare le misure a sostegno dei soggetti che hanno subito danni.

La partecipazione all’incontro permette il riconoscimento di crediti formativi per gli iscritti all’Albo dei dottori agronomi e forestali della provincia di Firenze.

alberi distrutti in toscana

Alberi a terra in Vallombrosa dopo la calamità del 5 marzo

Data di
pubblicazione
30 Giugno 2016
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