“Fra le numerosissime iniziative legate alla celebrazione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione di Firenze del 1966 la mostra Firenze 1966-2016. La bellezza salvata è decisamente una delle più riuscite e degne di attenzione ed encomio”. Con queste parole si apre l’intervento del rettore Luigi Dei nel catalogo dedicato all’esposizione, a cura di Cristina Acidini ed Elena Capretti, promossa dal Comitato per il 50esimo dell’alluvione del 1966 e realizzata con il contributo dell’Ateneo fiorentino, che sarà inaugurata mercoledì 30 novembre a Palazzo Medici Riccardi (via Cavour, 1 Firenze - ore 17).
La mostra racconta attraverso documenti, immagini e testimonianze artistiche, i momenti che seguirono la notte fra il 3 e il 4 novembre del ’66 quando l’Arno ruppe gli argini inondando la città e il suo inestimabile patrimonio artistico.
Firenze 1966-2016. La bellezza salvata ricostruisce - come un viaggio nella storia fortemente attuale all’interno del nostro Paese - il lungo percorso che permise di salvare, restaurare e mettere in sicurezza un’inestimabile ricchezza culturale.
“La mostra offre lo spaccato di una Firenze che non è non solo scrigno di tesori d’arte e di storia, ma è anche un organismo dinamico, terreno fertile di sperimentazioni, laboratorio di idee e di innovazioni, scientifiche e tecnologiche” scrive Luigi Dei dopo aver reso omaggio alla maestria di scienziato di Enzo Ferroni, rettore dal 1976 al 1979, che “attraverso una tecnica innovativa e frutto di un’invenzione estemporanea rese possibile il salvataggio de “L’ultima cena” di Taddeo Gaddi.
L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 26 marzo.