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I frammenti di un asteroide

per ricostruire l’Universo primordiale

Unifi partecipa ad un ambizioso progetto che ha il compito di analizzare con tecniche di avanguardia due campioni dell’asteroide Ryugu, ricevuti nell’ambito di un bando internazionale per lo studio dei materiali cosmici. L’obiettivo è provare a ricostruire la storia dell’asteroide ma anche del nostro Sistema solare.

Il gruppo di ricerca Unifi di Giovanni Pratesi, docente di Mineralogia Planetaria, svolge un ruolo di primo piano nel team italiano composto dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) che avvia le analisi dei due preziosissimi campioni dell'asteroide Ryugu ricevuti a maggio del 2023 nell’ambito di un bando internazionale per l’analisi dei materiali cosmici riportati a Terra dalla missione Hayabusa-2 dell’Agenzia Spaziale giapponese JAXA.

Le prime indagini di spettroscopia nell’infrarosso prendono il via presso il laboratorio di luce di sincrotrone Dafne Luce dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, sfruttando così la radiazione infrarossa prodotta dall’acceleratore di particelle dei laboratori.

I due grani a disposizione del gruppo di ricerca sono denominati C0242 (del peso di 0,7 milligrammi e lunghezza di 1,712 millimetri) e A0226 (pesante 1,9 milligrammi e lunghezza di 2,288 millimetri). Sono uno dei frutti della missione Hayabusa-2, che ha esplorato l’asteroide Ryugu, grande un chilometro, ottenendo immagini dettagliate della superficie: il veicolo spaziale ha scagliato un piccolo proiettile sull’asteroide allo scopo di scavare una piccola porzione del suo strato esterno e mettere a nudo il materiale al di sotto, rimasto preservato per miliardi di anni. Frammenti della superficie sono stati poi raccolti in due siti differenti di Ryugu, uno di questi nelle vicinanze del cratere prodotto artificialmente. La capsula di rientro con il materiale raccolto è stata recuperata a Woomera, in Australia, il 6 dicembre 2020.

Per preservare al meglio i due frammenti di asteroide, i ricercatori hanno ideato e realizzato delle attrezzature speciali, dei «portacampioni» universali, in grado di tener fermi ciascuno dei due frammenti per tutta la durata delle analisi. “Le tecniche e gli strumenti che abbiamo progettato e realizzato – spiega il coordinatore Ernesto Palomba (INAF – Università “Federico II” di Napoli) permetteranno di analizzare i campioni preservandoli dalla contaminazione dell'atmosfera terrestre che li danneggerebbe irreversibilmente, cancellando informazioni preziose per capire i meccanismi di formazione ed evoluzione del nostro Sistema solare e dei corpi che lo abitano, compresa la nostra Terra”.

Con le prime analisi il gruppo di ricerca si focalizzerà sullo studio della mineralogia, della materia organica e dell’acqua presente in questi campioni per ottenere le prime informazioni da questi veri e propri fossili del Sistema solare, che risalirebbero proprio alle primissime fasi di formazione del nostro sistema planetario, circa quattro miliardi e mezzo di anni fa.

“Le analisi verranno svolte utilizzando un rivelatore per imaging nel medio infrarosso e consentiranno di evidenziare una eventuale presenza di tracce di materiale organico, fornendo importanti informazioni sulle interazioni fisico-chimiche tra molecole organiche e minerali che potrebbero aver avuto un ruolo nell’origine della vita sulla Terra o in altri corpi del Sistema Solare,” spiega Mariangela Cestelli Guidi, ricercatrice INFN, responsabile della linea di luce di sincrotrone nell'infrarosso del Laboratorio Dafne Luce.

Le analisi dei campioni a Frascati si protrarranno per circa due settimane. Poi i grani di Ryugu verranno trasportati all’Università di Firenze per ulteriori indagini volte ad ottenere maggiori informazioni sulla storia di questi campioni.

“I grani di Ryugu arriveranno a Firenze entro un mese e vi rimarranno per circa sei settimane” sottolinea Giovanni Pratesi. “L’obiettivo di queste ulteriori indagini è quello di caratterizzare la composizione mineralogica e chimica della superficie dei frammenti, cosa che ci permetterà di avere informazioni preziose per aiutarci a ricostruire la storia di questo asteroide ma anche del nostro Sistema solare”.

[Fonte Inaf-Infn]

 

I grani dell'asteroide Ryugu (Foto INFN-LNF)

Data di
pubblicazione
10 Gennaio 2024
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