Nella evoluzione interpretativa della norma costituzionale sulla tutela del paesaggio – l’art. 9, fra i principi fondamentali della Carta – un ruolo fondamentale è stato giocato dal giurista Alberto Predieri (1921-2001), che fu docente dell’Ateneo fiorentino, presso Scienze politiche, dove insegnò Istituzioni di Diritto pubblico, Diritto costituzionale comparato e Diritto pubblico dell’economia.
Cinquanta anni fa i suoi studi per primi fecero evolvere la nozione giuridica di paesaggio da realtà immobile di bellezze naturali monumentali a processo creativo continuo, risultante dell’opera di trasformazione dell’uomo, aprendo così la strada a politiche di tutela dell’ambiente come controllo e direzione degli interventi della comunità sul territorio.
Di questi temi si occupa il convegno “Il paesaggio di Alberto Predieri”, giornata di studi organizzata dalla Fondazione Cesifin (Centro per lo studio delle istituzioni finanziarie promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze) venerdì 11 maggio (dalle ore 10, Palazzo Incontri, via dei Pucci, 1), con il patrocinio dell’Ateneo fiorentino e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo-MIBACT.
Il convegno si aprirà con i saluti del rettore Luigi Dei e del presidente della Fondazione Cesifin Giuseppe Morbidelli. Nella sessione del mattino, intitolata “La riflessione giuridica”, intervengono Guido Alpa (Università Roma-La Sapienza), Giuseppe Severini (Consiglio di Stato), Ginevra Cerrina Feroni e Duccio Maria Traina dell’Ateneo fiorentino, oltre a Paolo Carpentieri (MIBACT). Il pomeriggio avrà per tema “Le intersezioni di una cultura paesaggistica”, con gli interventi dello storico dell’arte Antonio Paolucci, Giuliano Volpe (Università di Foggia e Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici MIBACT), Pier Luigi Cervellati (Istituto Universitario di Architettura di Venezia), Benedetta Castiglioni (Università di Padova), Silvia Viviani (Istituto Nazionale di Urbanistica) e Massimo Morisi (Università di Firenze).