“Sono perciò costretto a dividermi dai miei giovani, dai miei colleghi, con dolore profondo, ma con la coscienza sicura di compiere un dovere di lealtà verso di essi, prima che di coerenza e di rispetto verso me stesso. Ritornerò a servire il paese nella scuola, quando avremo riconquistato un governo civile”. Con queste parole Gaetano Salvemini dava il suo addio all’Università di Firenze, in una lettera al rettore il 5 ottobre 1925, dichiarandosi un fuoriuscito. Tornerà a Firenze, da Harvard, solo nel 1949, a liberazione ormai conclusa.
L’Ateneo ripropone alla memoria comune, in occasione della celebrazione della Festa della Liberazione, la storia di Salvemini e di altri fuorusciti noti e meno noti, documentata nel sito web Intellettuali in fuga dall’Italia fascista da poco ampliato, con articoli originali, un eccezionale archivio fotografico, mappe interattive, alberi genealogici.
Tra gli antifascisti legati all’Università, che espatriarono ricordiamo Paolo Rossi, Camillo Berneri, Carlo Rosselli, Guido Ferrando, Leo Ferrero, e molti ancora che continuarono a combattere in Italia e all’estero per la Liberazione dal nazifascismo.
Martedì 25 aprile la rettrice Alessandra Petrucci partecipa alla cerimonia ufficiale con cui è onorata a Firenze la ricorrenza della Festa della Liberazione, che si svolge, a partire dalle 10, in piazza dell'Unità con l’Alzabandiera solenne, la deposizione di una corona di alloro, in memoria dei caduti di tutte le guerre, e che si conclude sull'Arengario di Pazzo Vecchio con i saluti istituzionali.
Si ringrazia per l'immagine riprodotta nella homepage (che ritrae Salvemini insieme a Carlo e Nello Rosselli) l'Istituto Storico Toscano della Resistenza e il portale "Intellettuali in fuga dall'Italia fascista".
